Arlecchino ancora servitore di due padroni, pur senza pezze.

Vince il primo posto per la recensione dello spettacolo “Arlecchino servitor di due padroni”, Alessandro Montalbano della 3d del Tecnico Turistico. Il premio consiste in due biglietti per lo spettacolo “Così è se vi pare” al Teatro Carignano di Torino per il giorno 23 dicembre. Complimenti!!! Eccovi la sua recensione.

Incredibilmente questo nuovo Arlecchino, concepito dalla mente del regista Valerio Binasco, è riuscito ad offrire un’alternativa a quello che è sempre stato il sacrosanto Strehler. E ce ne si accorge alla prima entrata in scena di Arlecchino, quando immediatamente ci si chiede dove siano le pezze colorate e dove sia finita la maschera. Tutte domande lecite che potrebbero fare un po’ storcere il naso ai tradizionalisti, ma non c’è da preoccuparsi perché questo è anche il nuovo Arlecchino di Natalino Balasso. Encomio a tutto il cast con menzione d’onore ad Elisabetta Mazzullo per la sua Beatrice: gli attori riservano momenti di risate e riflessione che non hanno proprio nulla da invidiare a quelli di Strehler.

La scena si apre in casa del signor Pantalone a Venezia con la promessa di matrimonio tra sua figlia Clarice e Silvio, figlio del Dottore Lombardi, ora liberi di amarsi grazie alla morte di Federigo Rasponi, promesso di Clarice. Tutto viene però interrotto da Arlecchino che annuncia l’arrivo del suo signore Federigo Rasponi, giunto in città per riprendersi Clarice. Ma egli non è altri che Beatrice Rasponi, sorella di Federigo Rasponi, venuta in città per cercare il suo amante Florindo. La sua copertura non dura comunque molto soprattutto con Brighella, l’oste, che la riconosce. Nel frattempo Arlecchino finirà coinvolto a servire un nuovo padrone oltre a Beatrice che altri non è in realtà che Florindo stesso: i due innamorati alloggeranno nello stesso albergo a pochi metri di distanza l’uno dall’altro dando vicenda a molte peripezie e gag che strappano un sorriso a tutti.

Sulla performance degli attori non c’è nulla da poter lamentare: tutti sono credibili e fedeli al loro personaggio dall’inizio alla fine dell’opera e nessun loro gesto è lasciato al caso; tutto è perfettamente calibrato in modo da mantenere alta la concentrazione e l’attenzione dello spettatore.

Parlando di resa scenica, c’è solo un punto da controbattere dato che in alcuni momenti il muro delimitato da una porta è stato sfondato o addirittura due personaggi hanno finito per parlare da due stanze diverse: forse un miglior posizionamento delle porte avrebbe evitato questa confusione. Per il resto niente da dire. Dunque una validissima alternativa alla solita regia Streheliana, dove Arlecchino dismette le vesti della Commedia dell’Arte per vestirne di nuove, più vicine al pubblico moderno.

Alessandro Montalbano (3Dtecnico Turistico)